sabato, gennaio 28, 2006

IL GIUDICE PENCOLANTE

Questa mia storia più che scritta vale la pena di essere raccontata,ad esempio ad una cerchia di amici intelligenti ed impazienti attorno al fuoco di un camino in una sera d'inverno dopo cena, mentre fuori soffia un vento freddo e dentro l'atmosfera è calda e confortevole;però proverò a presentarla anche sapendo che che un lettore è decisamente più critico di un ascoltatore.
Mio cugino Jack Seamour ed io studiavamo medicina insieme. Penso che avrebbe avuto successo se si fosse dedicato alla professione;ma preferì la Chiesa e morì giovane,vittima di una malattia contratta durante il nobile adempimento dei suoi doveri.
Del suo careattere sarà sufficiente dirvi che era di natura posata,ma allegra e aperta; molto preciso nell'osservazione dei fatti,il suo temperamento era molto dissimile dal mio,che sono nervoso ed eccitabile.
Mio zio Seamour,il padre di Jack,mentre noi frequentavamo le lezioni, comprò tre case vecchie in Downing Street,una delle quali rimase libera.
Egli risiedeva in campagna,e Jach mi propose di stabilirci nella casa sfitta finchè non si fosse trovato un inquilino. Il trasferimento aveva il doppio scopo di avvicinarci sia alle aule delle lezioni che ai luoghi di passeggio, e di sollevarci dall'onere settimanale dell'affitto che pagavamo per il nostro precedente alloggio. Il nostro mobilio era molto scarso, e l'intero nostro equipaggiamento singolarmente modesto: in poche parole,eravamo sistemati più o meno come per un bivacco. Di conseguenza, l'assegnazione delle camere fu immediato.
La stanza sul davanti della casa era adibita a soggiorno,subito dopo veniva la mia stanza da letto,mentre quella di Jack era la stanza sul retro,che nessuno avrebbe mai potuto indurmi ad occupare.
La casa era molto vecchia, infatti credo che la facciata fosse stata rifatta un cinquantina di anni prima ma, a parte questo,la casa non aveva nulla di moderno.L'agente immobiliare che l'aveva acquistata e ne aveva esaminato i documenti per conto di zio,mi disse che era stata venduta all'asta nel 1892.
Sicuramente aveva subìto gli anni e molti cambiamenti tali da assumere quell'aria misteriosa e triste,allo stesso tempo eccitante e deprimente,che è tipica della maggior parte delle antiche dimore.
C'era qualcosa di bizzarro e antiquato persino nelle pareti e nei soffitti per non parlare della straordinaria robustezza di tutte le parti in legno,delle balaustre e dei telai delle finestre.
Avevamo un'unica serva che arrivava all'alba e si allontanava pudicamente dal nostro grande appartamento subito dopo aver preparato tutto per il tè come faceva per il Giudice Freeman quando abitava lì ed intratteneva buona compagnia offrendo cacciagione pregiata ed un raro Porto invecchiato e, ricordava, quando guadagnatosi la fama di Giudice particolarmente Pencolante, finì per appendersi per davvero alla vecchia trave massiccia con una corda, in preda ad un momentaneo attacco di pura pazzia.Ricordava inoltre,che a quei bei tempi,le stanze erano rivestite di cuoio dorato e facevamo una bella figura in quanto erano davvero spaziose;la camera da letto che si trova sul davanti era rivestita con pannelli di legno e non era per nulla buia,come invece lo era la camera da letto sul retro,con quella strana posizione delle sue due malinconiche finestre che guardavano sul vuoto giusto ai piedi del letto,e avvolta nell'ombra simile ad un guardaroba che si era amlgamato con il resto della stanza ed aveva cancellato la divisione.
Di notte,questa alcova,assumeva ai miei occhi un aspetto particolarmente sinistro ed inquietante.La candela lontana e solitaria di Jack brillava invano nell'oscurità,l'alcova lo sovrastava sempre.Ma questa era solo una parte dell'effetto e come vi avevo già anticipato,niente e nessuno avrebbe mai potuto indurmi a passarvi la notte da solo.
Non avevo mai cercato di nascondere a Jack la mia superstiziosa debolezza;e lui metteva in ridicolo le mie paure con la massima spontaneità.Ad ogni modo,lo scettico era destinato a ricevere una bella lezione,come vedrete tra breve.
Ricordo che occupavamo da poco i rispettivi dormitori,quando cominciai a lamentarmi di notti difficili e sonni agitati.Questi disturbi mi irritavano tanto più in quanto di solito avevo il sonno pesante e non soffrivo affatto di incubi;invece di godere del consueto riposo,la mia sorte adesso era di fare ogni notte il pieno degli orrori.
Dopo una serie preliminare di sogni spiacevoli e spaventosi,i miei disturbi assunsero una forma definita,ed una notte sì ed una no ero afflitto dalla stessa visione e si svolgeva nella seguente maniera.
Vedevo con precisione raccapricciante ogni singolo mobile ed ogni oggetto casualmente presente nella stanza in cui mi trovavo.Questo è tipico degli incubi.
Bene,mentre mi trovavo in questa condizione di chiaroveggenza,che non sembrava altro che l'illuminarsi del palcoscenico su cui doveva essere rappresentato il monotono tavolo dell'orrore che rendeva insopportabile le mie notti,la mia attenzione si fissava invariabilmente sulle finestre che si trovavano di fronte al mio letto,e l'effetto era sempre lo stesso:pian piano s'impadroniva di me un terribile senso d'ansia.E,dopo un certo intervallo,che mi sembrava sempre lo stesso,d'improvviso alla finestra compariva un'immagine,rimanendovi fissa come per un'attrazione magnetica,e lì aveva inizio,per continuare forse per ore,il mio addestramento dell'orrore.
L'immagine misteriosamente incollata ai vetri della finestra era il ritratto di un vecchio,in una morbida veste da camera di seta.La sua espressione,malvagia e sinistra,incarnava una strana mescolanza di intelligenza,sensualità e potere.Aveva il naso ad uncino,come il becco di un avvoltoio;gli occhi grandi e grigi erano sporgenti e brillavano di una luce fredda e crudele.Portava un berretto di velluto cremisi,dal quale spuntavano i capelli inbiancati dall'età,mentre le sopracciglia conservavano la nerezza originale.
Insomma,io ricordo ogni linea,ombra e sfumatura di quella gelida fisionomia.Lo sguardo di quel volto infernale era fisso su di me,ed io contraccambiavo,preso dall'inspiegabile fascinazione dell'incubo,per ore ed ore di agonia.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>FINE Ia PARTE

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